Feudi di San Gregorio è un brand che non ha bisogno di presentazioni. Negli anni è diventato icona internazionale, attraverso la qualità dei suoi vini e l’unicità delle sue etichette, frutto del genio di Massimo Vignelli.
La sua cantina è un luogo vivo, complesso e variegato. All’interno di questo contesto così ricco di storia e visione gioca un ruolo decisivo anche la digital transformation, grazie alla collaborazione tra Feudi di San Gregorio e Apra, con l’obiettivo di mettere un bagaglio di competenze fatto di progettazione e innovazione digitale al servizio di un’azienda vitivinicola, espressione di una cultura enologica che attraversa l’Italia dall’Etna al Friuli, voce di rilievo nei mercati più fiorenti e importanti a livello internazionale.
“La nostra collaborazione è nata nel 2017 – racconta Alessandro Manoni, Area Manager di Apra. Si muove lungo tre direttrici: revisione dei processi e del flusso informativo all’interno dell’azienda, diffusione della filosofia e del racconto aziendale lungo tutta la rete b2b, costruzione di un dialogo con le persone che scelgono Feudi, siglando un patto di fiducia con il brand”. L’introduzione della Suite Gestionale i-wine di Apra ha rappresentato un momento cruciale per la gestione dei processi interni all’azienda. “Abbiamo lasciato un prodotto standard come Sap R/3 per abbracciare una soluzione verticale, italiana, con DNA tecnologico flessibile e personalizzabile in grado di adattare la propria natura in base alle esigenze specifiche dell’azienda vitivinicola” – afferma Ilaria Zanardini, Project Manager di Feudi di San Gregorio. “È stata una scelta ponderata, che dopo i primi tempi naturali di assestment sta dando i suoi frutti all’interno delle aree e dei moduli coinvolti: amministrazione, ordini, magazzino, vigneto, cantina, tracciabilità, laboratorio sempre a stretto contatto per contribuire alla missione aziendale, far sì che ogni bottiglia esprima la sua personalità e diventi un’opera d’arte”.
Questa è solo l’anticipazione, continua a leggere la case history pubblicata sul numero di Dicembre 2020 della rivista l’Enologo di Assoenologi: