La sicurezza informatica è un tema estremamente attuale e cruciale in tutto il mondo. Negli ultimi anni, il numero e la complessità degli attacchi informatici sono aumentati considerevolmente, coinvolgendo sia organizzazioni che singoli utenti. La crescente dipendenza dalla tecnologia e la rapida digitalizzazione di molti aspetti della vita quotidiana hanno reso la sicurezza informatica una priorità assoluta per individui, aziende e governi.
Come è possibile quindi prevedere e prevenire gli attacchi informatici presso le nostre aziende? E cosa è possibile fare per mitigare i danni di un attacco in corso?
Ne parliamo con Paolo Baldelli, Solution Architect Team Leader della Digital Security BU di Var Group
Ciao Paolo, raccontaci come è cambiato il modo di approcciare la sicurezza informatica in Italia.
Negli ultimi anni, c’è stata una crescente consapevolezza riguardo la sicurezza informatica nelle aziende italiane. Questa consapevolezza è stata guidata da diversi fattori, primo fra tutti il cloud. Con l’adozione sempre più diffusa di servizi cloud, le aziende hanno dovuto affrontare nuove sfide di sicurezza legate alla gestione dei dati e delle risorse cloud. Ciò ha portato a un’enfasi maggiore sulla sicurezza e sull’implementazione di misure per proteggere i dati e limitare gli accessi non autorizzati.
Un altro fattore che ha contribuito a sensibilizzare fortemente le aziende italiane nell’adozione di servizi di sicurezza informatica, è stata l’introduzione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) nell’Unione Europea, che ha spinto le aziende italiane a prendere sul serio la protezione dei dati personali. Infatti, le aziende sono state obbligate a mettere in atto misure di sicurezza più rigorose e a notificare le violazioni dei dati entro tempi specifici. Infine, anche l’aumento delle minacce informatiche, come attacchi ransomware, phishing e violazioni dei dati, che sono sempre più sofisticati, hanno incrementato l’attenzione delle aziende verso questa materia.
Qual è il trend degli attacchi informatici in questo periodo storico?
Gli attacchi informatici sono in costante evoluzione, e nuovi tipi di minacce possono emergere anche domani stesso. Molto diffusi sono gli attacchi di phishing, in cui gli hacker inviano e-mail o messaggi ingannevoli che sembrano provenire da fonti legittime per ingannare le vittime e indurle a fornire informazioni sensibili, come password o dati personali. In questo modo riescono ad esempio, ad entrare nei sistemi di un’organizzazione con il rischio di arrivare, tramite un utente standard, a quelli di tipo amministratore e prendere il controllo dei sistemi.
Un altro tipo di attacco informatico di questi ultimi anni è relativo ai sistemi IoT: con l’aumento dell’Internet delle cose (IoT), dispositivi poco sicuri sono diventati un obiettivo per gli attaccanti che cercano di sfruttarli per ottenere accesso alle reti aziendali.
Poi ovviamente c’è il Ransomware, ovvero un tipo di malware che crittografa i dati della vittima e richiede un riscatto per fornire la chiave di decrittografia.
È importante per le aziende mantenere un costante aggiornamento riguardo alle nuove minacce, in modo da adottare misure di sicurezza adeguate per proteggere i propri sistemi e dati.
Quanto è importante fare il backup?
Il backup dei dati offre una forma di assicurazione contro la perdita di dati a causa di guasti hardware, errori umani, attacchi malware o catastrofi naturali. Se si verifica un problema, è possibile ripristinare i dati dalle copie di backup, riducendo al minimo l’impatto delle interruzioni. Ma ad oggi abbiamo un altro problema legato ai Ransomware, ovvero il doppio ricatto.
Nel doppio ricatto, gli hacker minacciano di rendere pubblici i dati sensibili o compromettenti della vittima a meno che non venga pagato il riscatto. La minaccia di divulgare dati sensibili può essere particolarmente dannosa per aziende, organizzazioni o individui che trattano con informazioni altamente sensibili o riservate, e il backup dei dati in questo caso potrebbe essere inutile.
Questa tattica è stata adottata dagli hacker perché ha dimostrato di essere particolarmente redditizia. Le vittime potrebbero essere più inclini a pagare il riscatto per evitare di incorrere nelle conseguenze della divulgazione di informazioni sensibili, che potrebbero danneggiare la loro reputazione, causare violazioni della privacy o potenziali azioni legali.
Quale è la migliore difesa nei confronti di un cyberattacco?
Prima di tutto la consapevolezza e la formazione! Assicurarsi che tutti gli utenti, sia a livello individuale che aziendale, siano consapevoli delle minacce informatiche e siano formati per riconoscere gli attacchi di phishing e altre tattiche utilizzate dagli hacker, è un ottimo modo per proteggere l’azienda.
Poi è di essenziale importanza il monitoraggio continuo delle reti aziendali, utilizzando analisi avanzate per individuare segnali di attacchi in corso. Poi ovviamente è fondamentale una combinazione di diverse misure di sicurezza informatica che lavorano sinergicamente per proteggere i sistemi e i dati, come l’adozione di soluzioni di Endpoint Detection & Response (evoluzione dei sistemi antivirus e antimalware), l’implementazione di sistemi di rilevamento delle intrusioni (IDS e NDR) e sistemi di rilevamento e correlazione degli eventi di sicurezza (SIEM), ma anche impostare correttamente i livelli di accesso ai dati e ai sistemi e infine avere un piano di gestione degli incidenti ben definito per affrontare tempestivamente e in modo efficace eventuali violazioni o attacchi informatici.
Grazie Paolo!